L’umanità di oggi rischia di perdere il collegamento con il mondo sensibile, ma soprattutto rischia di perdere il contatto con l’universalmente umano. Siamo in un momento storico in cui si è a un bivio: o l’uomo riconosce lo spirituale in sé, ricostruendo un legame rinnovato, cosciente, con il mondo sovrasensibile; oppure andremo ad annullare tutto il nostro essere, nella materia.
La fiaba come porta di iniziazione
L’umanità di oggi rischia di perdere il collegamento con il mondo sensibile, ma soprattutto rischia di perdere il contatto con l’universalmente umano. Siamo in un momento storico in cui si è a un bivio: o l’uomo riconosce lo spirituale in sé, ricostruendo un legame rinnovato, cosciente, con il mondo sovrasensibile; oppure andremo ad annullare tutto il nostro essere, nella materia.
Pertanto il percorso pittorico sulla Fiaba, è rivolto a tutti coloro che sono alla ricerca delle proprie origini spirituali, in un percorso di autoeducazione costante e cosciente.
La Fiaba porta in sé il tema dell’equilibrio. Siamo uomini spirituali e terreni nello stesso tempo.
La fiaba porta in sé il tema dell’equilibrio
Non dobbiamo dimenticare la natura umana, perché nel momento in cui si passa la soglia e si va dall’altra parte è facile dimenticarsi della natura terrena e rimanere intessuti nello spirituale, così come è rischioso il dimenticare in terra le proprie radici celesti.
È un lavoro pensato per l’uomo di oggi, poiché la struttura stessa della Fiaba è un percorso, e la crescita sta nel tenersi per mano e aspettare l’altro. È un lavoro di preparazione alla sesta epoca, una fiaba comunitaria: tutti riescono a entrare nel tempio ma solo insieme, tutti sono carenti in qualcosa, nessuno è perfetto.
La serie delle pitture vuole essere come la luce del vecchio con la lanterna, che brilla di una luce particolare solo di fronte a quella interiore di colui che va ad approcciarvisi, con l’obiettivo di consentire all’anima di aprirsi ed incontrare l’essere Antroposofia.
Vuole far risuonare la chiamata interiore alla vera conoscenza di sé, tramite l’esperienza con l’essere del Colore. Non è un caso se proprio le origini dell’impulso artistico antroposofico vadano ricercate nell’interesse di Steiner per Goethe:
All’uomo, è stato consegnato il compito di trasformare la materia affinché questa diventi trasparente per consentire allo spirituale contenuto in essa di manifestarsi.
Al termine del lavoro è possibile sperimentare le parole di Goethe e sorprendersi di come egli avesse ragione, quando diceva che il bello, il veramente artistico è possibile e può essere solo una forma della verità universale che tesse il mondo.
E la verità va riconosciuta dall’uomo.
Rossana Pane – maestra Waldorf presso i centri di Latina e arteterapeuta del colore secondo il Metodo Stella Maris e collaboratrice presso l’Associazione Stella Maris . Fa parte del Gruppo Iniziativa Giovani formato nel 2016, in collegamento con il Goetheanum nella persona di Constanza Kaliks. In tale ambito ha lavorato alla realizzazione dei primi tre Convegni Antroposofici Nazionali per Giovani in Italia, occupandosi insieme al maestro d’arte Neri Pierozzi, della parte artistica. Sempre al fianco di quest’ultimo, nel 2018, ha condotto il contributo italiano al Convegno dei popoli Latini dal titolo “ Anima Umana” a Dornach.
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