Il mondo ora sembra essersi fissato solo sull’emergenza sanitaria. Sembra che ci sia solo quella. Ma è così? Non c’è forse da decenni anche l’emergenza culturale e scolastica? E l’emergenza politica? E l’emergenza economica?
Se ancora c’interroghiamo sul senso e sui valori della vita sociale, e siamo tra coloro che vorrebbero risanare questa situazione malsana, potremmo allora voler indagare sull’origine di questa emergenza.
Statista fa rima con Artista, non con Scienziato!
Estate: tempo di vacanza, ma anche di riflessioni. Ne approfittiamo per spezzare una lancia sulle qualità eminentemente positive del pensiero artistico, messo perciò in relazione con il pensiero scientifico applicato al sociale. Certamente più apprezzato ma, come vedremo, a torto.
Il mondo ora sembra essersi fissato solo sull’emergenza sanitaria. Sembra che ci sia solo quella. Ma è così? Non c’è forse da decenni anche l’emergenza culturale e scolastica? E l’emergenza politica? E l’emergenza economica?
Le tre dimensioni sociali (Cultura, Politica, Economia) condividono tutte lo stesso problema sociale: essere nella continua emergenza, mai nella serena ordinaria amministrazione!
L’origine dello stato di emergenza continua
Se ancora c’interroghiamo sul senso e sui valori della vita sociale, e siamo tra coloro che vorrebbero risanare questa situazione malsana, potremmo allora voler indagare sull’origine e causa di cui l’emergenza tridimensionale sociale ne è il sintomo.
Quindi è importante fare a noi stessi la domanda:
“Possono tutte queste emergenze avere una radice comune?”
Da cosa risultano i fatti, gli eventi sociali? Dall’azione dell’uomo. Da cosa risulta l’azione dell’uomo? Dal suo pensiero. È allora il pensiero dell’uomo causa degli eventi sociali? Sì, indubbiamente.
Ecco che abbiamo la causa prima dell’emergenza sociale nel pensiero dell’uomo. Abbiamo il “cosa” provoca l’emergenza nelle tre dimensioni sociali, ma non il perché la provoca ovunque, né il come la provoca.
E qui spesso ci accorgiamo di non conoscere il pensiero con cui pensiamo noi stessi, la società umana e il mondo.
Che tipo di pensiero è?
Ne possiamo qualificare tre: pensiero religioso, pensiero artistico, pensiero scientifico. Il primo è da secoli in disuso nella nostra Civiltà occidentale. Il secondo è snobbato. Il terzo è quello che usiamo tutti, tutti i giorni, per tutte le nostre attività culturali, politiche ed economiche.
Dunque è il pensiero scientifico applicato al sociale l’origine prima del clima di emergenza continua che viviamo. La causa della persistente emergenza economica, dell’annosa emergenza politica e dell’attuale emergenza sanitaria è il pensiero scientifico applicato all’ Organismo sociale.
La causa della persistente emergenza economica, dell’annosa emergenza politica e dell’attuale emergenza sanitaria è il pensiero scientifico applicato all’ Organismo sociale
Paradossale: se applichiamo questa grande conquista dell’uomo moderno (il pensiero scientifico nato dall’osservazione della Natura) al sistema sociale… il risultato non è positivo, ma negativo.
Il sociale economico, politico e culturale pensato solo scientificamente passa dalla possibilità di una sua sana ordinaria amministrazione al disastro antisociale della straordinaria amministrazione causata dall’emergenza continua che ne risulta!
Il caso italiano
Il sistema sociale italiano e mondiale soffre di una disfunzione “pensante” che va sanata. Disfunzione che nasce dall’essenza stessa del pensiero scientifico: nato per studiare il mondo che cade davanti ai nostri sensi, straordinario per approcciare la tecnica ma ancora incapace di studiare se stesso e a mala pena (visti i risultati indubbiamente negativi) la dimensione economica attraverso matematica e statistica.
Se osserviamo il fenomeno diffuso del debito pubblico in crescita ovunque, la distruzione del pianeta a fini economici, la povertà e la precarietà… dicendo “a mala pena” forse abbiamo esagerato nelle lodi.
Se osserviamo il fenomeno diffuso del debito pubblico in crescita ovunque, la distruzione del pianeta a fini economici, la povertà e la precarietà, il pensiero scientifico ha dato indubbiamente risultati negativi
Che il pensiero scientifico sia quasi totalmente incapace di pensare la dimensione politica lo dimostrano i continui litigi tra Partiti, che lo applicano al sociale per meglio saper “polemizzare” con l’avversario politico. Ma se guardiamo ai risultati anche solo nel breve periodo… l’immagine che descrive questa realtà tragica è quella del Ponte Morandi di Genova.
Infine l’incapacità del pensiero scientifico applicato alla dimensione culturale è denunciata non soltanto dalle 153 riforme della Scuola nei 159 anni che ci separano dall’Unità d’Italia – una ogni anno! – ma anche più in piccolo dalle misure sanitarie che ci hanno reso praticamente impossibile l’esercizio e la fruizione delle attività culturali.
Il ruolo dell’arte e del pensiero artistico
Serve perciò una terapia che, aggiungendosi, irrobustisca e moderi le unilateralità del pensiero scientifico: e chi meglio dell’utilizzo del pensiero artistico è capace di questo?
Pensiamo a come l’Arte, nella forma del design di oggetti o dell’Urbanistica per le Città, migliora e nobilita il bruto pensiero scientifico-utilitaristico che ha pensato una macchina da scrivere o un quartiere cittadino o un luogo di lavoro. In un certo senso ne sana la prosaicità e ne aumenta, oltre all’estetica, la fruizione e il valore!
Lo sapeva benissimo un genio snobbato dell’Imprenditoria italiana: Adriano Olivetti (1901-1960), che oltre al pensiero scientifico esercitava anche quello artistico. E grazie all’esercizio del pensiero artistico prima e dopo quello scientifico, OLIVETTI SpA è stata la vera multinazionale italiana e addirittura il leader mondiale per le macchine da scrivere e di calcolo fino alla sua morte nel 1960.
Ma se guardiamo all’evoluzione storica della dimensione politica e retrocediamo ai tempi dell’antica Grecia di Atene, alla base della sua nascita troviamo l’Arte. E Arte della politica – non Scienza della politica – si è chiamata nei secoli la qualità necessaria a chi vuole operare in questa dimensione.
Statista fa rima con Artista, non con Scienziato
Il Politico scienziato di oggi infatti è incapace di una visione del futuro, chiacchiera sul chiacchierato e si limita a mettere pezze ad ogni buco che l’emergenza (risultato inevitabile del suo modo di pensare il sociale) continuamente crea!
Ben vengano le Scuole Artistiche!
Quindi ben vengano Scuole dove l’elemento artistico viene curato non solo nella tecnica, ma anche nell’essenza e nelle sue applicazioni terapeutiche perché l’elemento artistico non vuol dire solo estetica, ma coesione sociale e visione del futuro!
l’elemento artistico non vuol dire solo estetica, ma coesione sociale e visione del futuro!
Futuro che oggi non si vede nel caotico svolgersi di eventi sociali che non si riesce più a controllare, come insegna la presente emergenza sanitaria.
Osserviamo spregiudicatamente l’attuale Civiltà occidentale, messa a rischio da un abuso e un non corretto uso generalizzato del pensiero scientifico applicato al sociale.
Ben vengano Scuole artistiche, dunque, capaci di sviluppare in ognuno di noi la capacità immaginativo-sintetica del pensiero artistico attraverso la pratica di un’Arte – del colore, della musica, del modellaggio ecc. – per arricchire e riequilibrare quella capacità soltanto analitica del pensiero scientifico.
Così, non a chiacchiere scientifiche, si fa reale e concreta terapia all’Organismo sociale tridimensionale.
Ben vengano Scuole artistiche.
E qui in Stella Maris, se lo sviluppo dell’elemento artistico è ciò che cercate per voi stessi o per risanare la Società umana odierna, trovate una scuola pronta ad accogliervi nel calore risanante dell’Arte.
Il 26 settembre riprendiamo la nostra attività formatrice artistica e artistico-terapeutica.
Vi aspettiamo
Andrea Di Furia
Andrea Di Furia, Studioso da oltre 40 anni della tridimensionalità strutturale del sistema sociale moderno, ne tratta con linguaggio scientifico-artistico nei suoi libri e dal 2010 nella rubrica online settimanale Punto&virgola.
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