In che rapporto è l’Arte con l’evoluzione della società umana?
Ce ne parla Andrea Di Furia, giornalista, studioso e scrittore dell’ambito dello sviluppo sociale moderno.
Senza dover raggiungere la “prova del nove” di un percorso individuale o di gruppo di Arteterapia, prima o poi tutti ci possiamo rendere conto del ruolo risanante che ha l’arte nella singola vita umana.
Ma nella Società umana? Tantissime volte sentiamo dire che ci vorrebbe più Arte nel mondo di oggi, che sarebbe perciò più equilibrato e sereno. Eppure è difficile vedere, nel sistema sociale moderno, l’operare dell’Arte.
Se infatti abbracciamo con lo sguardo storico l’evoluzione della Società umana nel corso degli ultimi 4-5 millenni possiamo osservare come l’inizio di questo percorso sia caratterizzato culturalmente dalla Religione e, nella sua parte terminale, dalla Scienza dei nostri giorni.
E l’Arte? Che assieme a Scienza e Religione caratterizza la dimensione sociale culturale? In che rapporto è con l’evoluzione della Società umana?
Lo spirito del linguaggio ci aiuta ad afferrare questo rapporto quando ci parla dell’Arte della politica, che si è storicamente emancipata nell’epoca greco-romana e che idealmente è da posizionarsi al centro tra Religione e Scienza: come il fulcro tra i due piatti della bilancia.
È appunto l’Arte della politica che ha fatto evolvere la Società umana dalle Teocrazie orientali che propugnavano il governo dell’Uomo-Dio, come nell’Egitto dei Faraoni, verso le Democrazie occidentali moderne che difendono invece l’ideale del governo del Popolo sovrano.
Tuttavia possiamo cogliere che ai giorni nostri nella Politica c’è sempre meno Arte e sempre più Scienza utilitaristica e, contemporaneamente, che gli ideali democratici stanno perdendo peso tanto velocemente quanto sta prendendo velocemente piede il dominio del Mercato globale a discapito dello Stato nazionale.
E il Mercato globale è caratterizzato specificatamente dalla Scienza, non dalla Religione, non dall’Arte.
Se conosciamo gli studi del sociologo Zygmunt Bauman, che per primo ha usato il termine di “modernità liquida”, potremmo qualificare come “solida” la Società teocratica fondata sulla Religione, “liquida” la Società democratica fondata sull’Arte e “gassosa” la Società globalizzata fondata sulla Scienza.
All’interno della Società umana è evidente come l’Arte debba esercitare un ruolo di equilibrio tra Religione e Scienza, ma questo non è avvenuto nei secoli precedenti e tanto meno avviene oggi. Come mai?
Perché la struttura della Società umana, la struttura del sistema sociale in quanto tale, lo impedisce.
Nonostante tutta la buona volontà umana idealmente e praticamente messa in atto la struttura fondamentale del sistema sociale non favorisce l’equilibrio ma lo squilibrio. Fa in modo che solo “una” delle tre dimensioni sociali (Cultura, Politica, Economia) domini le altre due, le renda sue servitrici, le soffochi e le utilizzi per i propri specifici scopi.
Ripercorrendo l’evoluzione storica della Società umana vediamo che in origine dominava la dimensione culturale-religiosa su Politica ed Economia; poi ha dominato la dimensione politico-artistica su Economia e Cultura; infine adesso inizia a dominare la dimensione economico-scientifica su Cultura e Politica.
Le due dimensioni di volta in volta dominate naturalmente non vedevano l’ora di emanciparsi dallo stato di servitù e di dominare a loro volta. Ma questo succedersi l’una all’altra non crea a lungo andare un equilibrio sociale, bensì uno squilibrio antisociale sempre più marcato che potremmo riassumere e verificare nell’aumento delle “disuguaglianze sociali”.
D’altra parte, dal punto di vista dell’attuale Società umana siamo ancora nella fase della “raccolta indifferenziata” del sociale complessivo (culturale-politico-economico) in un unico cassonetto: ieri lo Stato, oggi il Mercato. E così – continuando nella metafora – cambiando il cassonetto non cambia lo spreco delle “materie prime sociali”, non si eliminano le discariche corruttive e via discorrendo.
A chi richiede più Arte nella vita della Società umana attuale, ossia maggiore equilibrio sociale, va detto che questo non si può ottenere con provvedimenti estemporanei (ad esempio più arte nei programmi scolastici, apertura gratuita dei Musei e via discorrendo) ma cambiando il sistema di “raccolta indifferenziata” del sociale complessivo (culturale-politico-economico) e passando ad un sistema più moderno e funzionale di “raccolta differenziata” del sociale.
Come nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani c’è un cassonetto per la carta, uno per l’umido e uno per vetro-plastica-lattine. Così per la raccolta differenziata del sociale complessivo occorre un contenitore specifico per il sociale culturale (la Scuola), un contenitore specifico per il sociale politico (lo Stato) e uno specifico per il sociale economico (il Mercato).
Si possono pertanto riequilibrare gli squilibri sociali di cui ci lamentiamo quotidianamente – dovuti al fatto che nella raccolta indifferenziata del sociale ancora purtroppo in atto un solo “cassonetto” (oggi il Mercato) ingurgita tutto – solo separando i tre tipi diversi di “sociale” raccogliendoli ognuno nel proprio contenitore specifico, basta una legge dello Stato per farlo.
Solo dopo questa separazione dei contenuti e dei contenitori delle tre dimensioni sociali l’Arte, anche nella Società umana, potrà esercitare il suo ruolo risanante.
Andrea di Furia
Andrea di Furia, Studioso e scrittore sulla questione sociale moderna ha pubblicato per i tipi di Cambiamenti (www.cambiamenti.com): Un nuovo mondo – Dialoghi di risveglio sociale; Sudditi e schiavi… consapevoli?;e la trilogia scientifico-artistica Mail da Furbonia, Daily Horror Chronicle.inf, Inviato speciale;. Promuove, come attività, la consapevolezza della necessità urgente di una strutturazione tridimensionale equilibrata e sana… dell’attuale squilibrato sistema “antisociale”.
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